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Ridarolo

Si trova al centro della valle di Levanto sull’estremità sud del crinale che, partendo da San Bartolomeo, separa la valle delle Ghiare da quella di Gallona, a 104 metri s.l.m..
Il centro storico è attraversato dall’antica mulattiera che da Levanto porta direttamente al Bardellone e quindi a Cassana (Comune di Borghetto) o a Casale (Comune di Pignone).
Anche se negli edifici civili odierni - quasi tutti ristrutturati - è difficile cogliere i segni del passato, questo nucleo esiste almeno dal XIII secolo, com’è provato da un contratto del 1226, nel quale è nominato Andriano de Riarorio da Levanto. 
Nella prima metà del ’500 gli abitanti di Riarorio erano approssimativamente 60. Nel 1607 aumentarono a 105, mentre nel 1834 calarono a 86.
Un autorevole storico medievalista sostiene che l’antica Ceula sarebbe stata Ridarolo e non Montale. Ovviamente l’ipotesi è suffragata da dati seri, anche se non condivisi da molti.
Il nucleo lineare, che un tempo poteva all’occorrenza essere chiuso in tre punti tutt’oggi identificabili, è quasi completamente edificato in due schiere sul percorso interno, che all’uscita si biforca in due.
La parrocchiale, posta all’inizio dell’abitato, sembra quasi farne da capofila, dominando la prospettiva per chi guarda dal basso ed assumendo un ruolo principale nella veduta d’assieme del nucleo da qualsiasi punto lo si osservi. Prima della chiesa, a sinistra provenendo dalla strada comunale Levanto – Ridarolo, si trova una casa d’abitazione recentemente ristrutturata. Fino ai primi decenni del Novecento entro questa costruzione vi si trovava un frantoio. Era uno dei tanti che funzionavano nella valle di Levanto ed è indicato sulla planimetria fatta a scopi fiscali nel 1882. Nelle vicinanze dell’edificio giacciono sparsi i vari attrezzi dell’impianto, tra i quali due macine, una in marmo Rosso Levanto, l’altra in pietra arenaria locale. Prima della biforcazione all’uscita del paese si trova un edificio a tre piani, con tetto a quattro falde, di notevoli dimensioni rispetto a tutti gli altri, probabilmente la dimora del signore che in passato dominava in questa villa. Al piano terra funzionava in passato un frantoio, la macina del quale, in pietra arenaria locale, si può vedere tutt’oggi a fianco della strada che fiancheggia Ridarolo su lato nord.

La parrocchiale di San Giovanni Battista

L’analisi archeologica del sacro edificio consente di ipotizzarne tre fasi edificatorie. La prima, databile al XIV secolo, costituita dall’aula a sezione rettangolare, la seconda (XVI) con la quale fu ampliata con l’aggiunta dell’attuale presbiterio e la terza (XVIII) nel corso della quale venne costruita l’abside semicircolare per far posto al coro.
L'edificio è preceduto da un piccolo piazzale rialzato, che un tempo fungeva probabilmente da baluardo difensivo.
Sopra il portale d’ingresso, entro una nicchia si trova la statua marmorea di San Giovanni Battista (XVIII sec.).
Internamente il tempio è diviso in tre parti: la navata rettangolare, il presbiterio quadrato e l’abside semicircolare. A sinistra dell’ingresso si trova una fonte battesimale, in marmo lunense, a forma di coppa ottogonale, probabilmente di fabbricazione quattrocentesca.



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