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Fontona

Posta a 136 metri s.l.m., è il centro storico più orientale della valle di Levanto. In conseguenza di questa posizione, sino a circa mezzo secolo fa era attraversata da chi voleva andare da Levanto al Santuario Mariano di Soviore.
Caratterizzata dalla tipica edificazione a borgo lineare, cioè con le abitazioni disposte a schiera sui due lati della strada che l’attraversa quasi completamente e prosegue ininterrottamente sino a Colle di Gritta (330 metri s.l.m.).

I documenti più antichi in cui è citata Fontona sono due. Nel primo, del 1229, quando i signori Da Passano cedono a Genova i loro diritti su Levanto, tra gli uomini della prima Università di Borgo e Valle di Levanto sono citati ben tre persone di Fontona: Rustiguinus, Guitonus e Rolandinus. 
L’altro, del 1377, attesta la partecipazione di alcuni rappresentanti di questa villa alla prima stesura degli Statuti di Levanto ed alle aggiunte successive (1482).
Nella prima metà del ‘500 aveva circa 100 abitanti, nel 1607 erano 135 e salirono ad oltre 300 nella prima metà dell’Ottocento.
Confrontando la planimetria di Fontona del 1722 con quell’odierna, se ne deduce che gli edifici di questo centro storico sono aumentati di poco in oltre due secoli e mezzo. Altro dato che emerge dalla carta settecentesca di Matteo Vinzoni, i tre mulini allora funzionanti lungo il corso dei torrenti che attorniano Fontona, notoriamente ricca d’acqua, come testimoniato dal toponimo. Questi impianti, azionati da giranti che sfruttavano i salti d’acqua come energia motrice, sono rimasti in attività sino a pochi decenni or sono. Successivamente sono stati trasformati in residenze private, pur mantenendo abbastanza intatti alcuni elementi dell’impianto produttivo preindustriale visibili all'esterno, come le vasche per l’accumulo dell’acqua, le giranti e le macine in arenaria, nonché i volumi costituenti i corpi edificati.
La parrocchiale di San Michele Arcangelo. E’ ricordata già nel XII secolo. La prima chiesa d’ugual titolo fu abbandonata circa il 1620 perché per la natura del suolo franoso ove era edificata per ben tre volte fu riedificata, non restandovi in oggi di primo origine che il Santa Sanctorium. Ossia, l’antico edificio religioso intitolato a San Michele Arcangelo era l’attuale Santuario della Madonna del Soccorso, mentre la parrochiale fu costruita dov’è oggi nella prima metà del XVII secolo. Le cause dello spostamento furono probabilmente tre: l’instabilità del terreno (una paleofrana) di cui scrive il Gavazzo, l’aumento della popolazione e la distanza tra l’antica cappella e la villa.
In considerazione della sua posizione al centro dell’abitato e dell’imponenza della facciata e del campanile (a tre ordini sovrapposti), costituisce un elemento volumetrico molto qualificante nella configurazione panoramica del centro storico.

La Madonna del Soccorso. Per raggiungerla si prosegue sul sentiero CAI n°12 in direzione di Colle di Gritta e, prima di Casa Trinchetto, si trova a destra la deviazione per il sacro edificio, occultato da piante d’alto fusto (tra cui due lecci secolari di fronte alla facciata).
Attorno al santuario, per certi aspetti assimilabile a quelli più noti delle Cinque Terre, l’ambiente naturale è intatto e vi regna la pace più assoluta.
Il tempio, di modeste dimensioni (circa 6x15), si trova a 200 metri s.l.m. su un’ampia spianata posta tra due affluenti del torrente Fontona che scorrono nella zona, rendendola abbastanza vulnerabile per quanto concerne la stabilità del terreno (si notino, a tale proposito, le numerose chiavi metalliche presenti sulle murature).
I particolari architettonici dell’edificio rispecchiano una fabbrica semplice e caratterizzata da una sovrapposizione di interventi abbastanza numerosi.
Tra il XVIII ed il XIX sec., l’edificio fu radicalmente restaurato e, in tale occasione, subì sensibili variazioni, senza però restarne irreparabilmente modificato nella sua struttura primitiva.
Com’è attestato da due datazioni sull’intonaco, nella seconda decade del’900 la parte esterna fu rintonacata e dipinta.



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