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Chiesanuova

E’ un borgo lineare edificato seguendo il crinale di una collina posta a 220 m. s.l.m. Le costruzioni a schiera si trovano sui due lati dell’antica mulattiera di collegamento tra Levanto e l’entroterra.
Il toponimo è probabilmente derivato dal rifacimento della parrocchiale di S. Nicolò (XIII secolo). Quindi, si può supporre che, anteriormente al XIII secolo, nella villa esistesse un’altra costruzione adibita al culto.
A Chiesanuova è legata la leggenda, avallata da alcuni storici, del passaggio dell’imperatore Ottone III nell’anno 996, per recarsi a Roma. Il che potrebbe suffragare l’ipotesi della nascita di questo nucleo a prima del Mille.
Le notizie documentate su Chiesanuova (anticamente Ecclesianova) sono abbastanza numerose. Nel 1165 ad esempio, fu saccheggiata da truppe pisane, unitamente a Fontona e Legnaro, mentre nel 1270 un contratto stipulato a Genova riguarda Giacomo de Ecclesianova, orefice, e Giovanni Scotto de Tuvo.
Nella prima metà del ‘500 a Chiesanuova erano insediati circa 250 abitanti, che successivamente diminuirono: 225 nel 1607, 174 nel 1834. Sulla pianta di Matteo Vinzoni del 1722 il nucleo è già formato quasi come oggi.
L’edificato antico presenta diversi esempi interessanti, tra cui alcuni portali in arenaria locale ad arco del XIV secolo, murature del XVI e architravi di portale a monolite, nei pressi della parrocchiale. Alla fine del Medioevo risalgono le strutture murarie di un grande edificio posto nella parte bassa del paese, che il Vinzoni (metà sec. XVIII) indica come una scuderia con annessa locanda. Al centro del borgo si trova ancora l’edificio in cui, sino alla fine del XVIII secolo era alloggiato l’ospitale di S. Nicolò. Villa Zattera, posta a monte dell’abitato, è un tipico esempio di residenza rurale tardogotica.
La parrocchiale di San Nicolo’di Bari. Edificata nel XIII secolo.
, è citata per la prima volta nel testamento di Sardo de Raxino del 1268. Inizialmente aveva la pianta a forma di T (un unicum in ambito levantese), cioè ad aula rettangolare, chiusa verso oriente dal transetto della stessa forma, ma di larghezza minore.
Le murature del transetto, di sensibile spessore, sostenevano il campanile a sezione quadrangolare. Successivamente, tra il XIV ed il XVIII secolo, il primigenio tempio romanico subì varie trasformazioni, le principali delle quali furono: l’ampliamento del transetto, l’innalzamento delle mura perimetrali, la costruzione delle due cappelle laterali (realizzate con il prolungamento dei muri perimetrali del transetto), l’edificazione dell’abside semicircolare, l’innalzamento del campanile, l’apertura nella facciata dell’oculo sottostante la trifora (risalente alla prima fase edificatoria) e la copertura con volta a botte.
Con l’aggiunta delle due cappelle laterali, il sacro edificio assunse l’aspetto odierno.
Tra il 1982 ed il 1990 il tempio è stato consolidato staticamente, risanato dall’umidità e restaurato. Nel corso di questo intervento sono stati scoperti nella volta del presbiterio posta sotto la torre campanaria alcuni affreschi, attribuiti al XV secolo.
Nell’interno sono conservate alcune opere degne di nota, tra cui il fonte battesimale in marmo bianco lunense del XV secolo.



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